Valle d'Aosta - la piccola regione dalle grandi montagne


Per un appassionato di montagna come il sottoscritto, visitare una regione come la Valle d’Aosta è un cosa da mettere nella lista dei desideri. Da viaggiatore delle Alpi, quale mi definisco, c’è sempre la voglia di confrontarsi con nuove montagne, nuovi paesaggi, nuovi borghi alpini, nuove culture e tradizioni. Le montagne delle Alpi Orientali per quanto differenti possano sembrare, da regione a regione hanno in comune molte cose anche dal punto di vista orografico e geologico. Appena si mette piede nelle Alpi Occidentali le cose cambiano di prospettiva. Tra tutte le regioni alpine della porzione occidentale questa rappresenta la sintesi perfetta di tutto quello che si può trovare.
E finalmente per l’inverno 2020 riusciamo ad organizzare una piccola vacanza in questo meraviglioso angolo italico. Partiti di buon mattino e dopo ore di piatta autostrada di pianura si inizia a capire che stiamo entrando in un angolo di montagne imponenti già subito a Pont-Saint-Martin, la porta di ingresso della regione Valle d’Aosta a 345 m di quota.
Superato questo centro dopo poco si incontra una strozzatura accentuata con un rilievo che si erge dal fondo valle, sormontato dall’ imponente fortezza di Bard. Il Forte di Bard, rimasto pressoché intatto dal momento della sua costruzione, rappresenta uno dei migliori esempi di fortezza di sbarramento di primo Ottocento. Recentemente ristrutturato, oggi rappresenta un polo museale e culturale di riferimento in regione, ospitante molti musei permanenti come quello interattivo delle Alpi, delle Prigioni, delle Fortificazioni e molte mostre temporanee. Caratteristica distintiva sono i diversi blocchi fortilizi disposti a più livelli lungo lo sperone su cui sorge e la possibilità di salirvi con una funicolare a cremagliera davvero suggestiva. Ai piedi della fortezza giace il grazioso borgo di Bard di origine medioevale e perfettamente conservato.
Modellino del Forte di Bard
La teleferica che porta nella parte alta della fortezza
Il Museo delle Alpi

Proseguendo il viaggio verso il cuore della regione incontriamo dapprima la località di Saint Vincent conosciuta per il suo casinò inaugurato nel lontano 1947. Il famoso casinò, location di film come James Bond e frequentato da giocatori famosi come Alberto Sordi e Vittorio de Sica. Ma noi il gioco d’azzardo non interessa così proseguiamo spediti con la veloce autostrada fino al suo capoluogo, la città di Aosta.
E chi lo avrebbe detto che una cittadina con poco più di 30.000 mila abitanti fosse così vivace, graziosa, elegante, ricca di storia e cultura? Una sorpresa davvero. Si capisce fin da subito, appena si parcheggia l’auto al di fuori della cinta muraria del centro storico, che la cittadina è un pezzo di Roma al centro della Alpi. Mura e porte antiche, tra queste, l’Arco di Augusto, la Porta Pretoria e pure una porzione di una anfiteatro romano fanno capire bene la storia millenaria di questo capoluogo. La via centrale, elegante cuore pulsante cittadino con ristoranti raffinati, caffè e negozi sportivi di ogni marca porta direttamente nel salotto principale, piazza Chanoux con il sontuoso Municipio.
Dalla piazza centrale alzando lo sguardo si possono ammirare montagne e cime imbiancate per non farci dimenticare che siamo pur sempre e comunque in una piccola capitale alpina. Tra chiese, musei e negozi la città merita una visita di almeno una giornata per gustare altresì qualche pietanza della raffinata e variegata cucina valdostana.
Aosta ammantata di bianco

Piazza Chanoux

Elegante caffè

Teatro Romano

Porta Pretoria

Via Centrale cittadina

Noi amanti della tranquillità però preferiamo alloggiare in una zona più appartata appena a nord di Aosta verso le solitarie valli che salendo portano verso il confine Svizzero con il valico del Gran San Bernardo. Questo è il comprensorio della Valpelline con piccoli borghi alpini disseminati all’ombra di un altro gigante il Gran Combin, un 4000 che è già tutto in territorio svizzero.
Da dove alloggiamo (Roisan) è possibile visitare tutti gli angoli della regione, ottimizzando così gli spostamenti, trovandoci in una posizione baricentrica (consiglio che do a chi volesse intraprendere una vacanza in queste zone).
Il borgo di Roisan

La Valle d’Aosta ovviamente non è costituita da un'unica vallata; il principale solco vallivo creato dal fiume Dora Baltea l’attraversa da ovest a est, ma esistono poi ben 13 vallate secondarie che raggiungono i diversi comprensori turistici esistenti, alcuni davvero molto noti e famosi. Sei giorni a disposizione non mi potevano bastare per una visita sistematica di tutti i luoghi per cui ho dovuto fare delle scelte e bhe…alcuni luoghi non potevo proprio perdermeli.
Una scelta tra tutte, vedere con i miei occhi il più nobile scoglio d’Europa, la montagna icona delle Alpi e del Mondo, il Cervino (4478 m). Per ammirarlo basta percorrere tutta la Valtournenche che sale decisa fino ai 2000 m metri di quota dove è adagiata Breuil-Cervinia. Un tempo zona di alpeggio dei pastori Cervinia da molti anni è stazione invernale di sci tra le più affermate al Mondo, che per posizione e quota garantisce la più lunga stagione sciistica italiana, tanto da essere chiamata “regina delle nevi”. Ma noi non siamo venuti per sciare almeno questa volta, siamo venuti per ammirare la grande montagna, detta anche Gran Becca, in tutta la sua maestosità. La sua forma piramidale si scorge già dopo pochi chilometri percorrendo la valle verso nord. Ma arrivati nella località di Cervinia lo stupore è davvero tanto. Peccato per il caotico movimento dei turisti dello sci che un po’ offusca il paesaggio nel suo complesso, posso solo immaginare invece quanta bellezza ci deve essere stata fino ad un secolo fa quando la zona non era stata trasformata dal turismo di massa. Noi ci accontentiamo ovviamente e torniamo alla base felici di aver ammirato il Cervino in una giornata di pieno sole e temperature quasi primaverili, non prima però di essere passato negli uffici delle guide alpine per prendere qualche informazione alpinistica, più che altro per sognare.
Il Cervino dal lago Blu

Case e Alberghi ai piedi della grande montagna a Breul-Cervinia

La nostra prossima meta è un'altra località famosa, Courmayeur, la più mondana di tutte e la visitiamo proprio nel giorno del martedì grasso quando si festeggia il carnevale locale, uno dei più tipici della regione con le maschere e i costumi originali, ispirati alle divise napoleoniche, che con cortei e danze attirano cittadini e turisti. Questo e molti altri carnevali locali (quello di Gignod è forse il più tipico di tutti) sono molto sentiti dagli abitanti del posto e stanno a segnare l’inizio di un nuovo ciclo di vita e quindi l’arrivo della primavera. Ma non siamo solo a Courmayeur per questo, anzi, siamo qui per ammirare il gigante per eccellenza, il Monte Bianco (4810 m) che proprio nel suo versante italiano (l’altro è quello francese) da il meglio di se mostrando una straordinaria muraglia di rocce e ghiacci per chilometri e chilometri. Lo slancio della rocciosa Aiguille Noire, il paretone del Grandes Jorasses, la muraglia di ghiaccio del Brenva e le morene del Miage sono alcune delle immagini che formano uno dei quadri più belli della Alpi. E poi ci sono le sue due valli a destra e a sinistra di Courmayeur, per poter ammirare tutta la vastità del massiccio. Noi scegliamo la Val Ferret, l’altra, la Val Veny in questa stagione è chiusa. La Val Ferret il cui accesso è regolamentato e facilitato dall’uso del bus navetta è la patria dello sci di fondo da queste parti e particolarmente silenziosa e adatta ad attività sostenibili come l’escursionismo, le ciaspole oltre al già citato sci nordico. Passeggiando tra alte montagne fin sotto le muraglie del Grandes Jorasses si ha davvero l’idea di quanto enorme sia questo massiccio. Dopo una bella sosta ad un grazioso quanto solitario rifugio di valle si torna indietro mentre il meteo in netto peggioramento copre la vista della sommità del Bianco.
Il Monte Bianco a nord di Courmayeur

Costumi di carnevale tipici
Val Ferret

La Zuppa tipica valdostana

Se molte zone della Valle d’Aosta sono ormai compromesse dal turismo e dall’urbanizzazione, esistono altrettante zone di selvaggia e suggestiva bellezza. Stiamo parlando in particolare del territorio occupato dal Parco Nazionale del Gran Paradiso, un tempo riserva di caccia dei Savoia, fu il primo ad essere istituito in Italia nel 1922 per proteggere lo stambecco dalla sua estinzione. Avendo una giornata sola a disposizione decido quindi di andare in questa zona visitando direttamente la sua “capitale”, ovvero Cogne (1534 m). Questo caratteristico villaggio alpino in inverno si trasforma nella università dello sci di fondo di questa regione. Con innumerevoli percorsi per tutti i gusti e al cospetto del Gran Paradiso (4061 m), unico 4000 interamente in territorio italiano, decidiamo anche noi di lasciarci rapire da questa divertente ma faticosa disciplina invernale.
Il Gran Paradiso

Piste di fondo a Cogne

Ma la Vallè non è solo cime e ghiacciai; nel fondovalle sono disseminati decine di castelli e fortezze (82 per la precisione) in 80 chilometri, tra Pont-Saint-Martin e Courmayeur. Costruiti tra l’XI e il XVIII secolo, appartenevano alla stirpe dei conti di Challant. Il tempo a disposizione sta per finire quindi decido di visitarne solamente uno (oltre alla fortezza di Bard), così non ho dubbi e mi dirigo in quello che ritengo il più rappresentativo o almeno quello che da sempre ha rappresentato per me il castello ideale, mi riferisco a Fénis. Al contrario degli altri manieri si trova su un pianoro nell’abitato appunto di Fénis e lo si scorge solo alla fine della strada che porta direttamente nel centro del paese. Con le sue doppie cinte murarie e le tante torri e torrioni perfettamente integri rappresenta il più famoso tra i castelli valdostani.
Il Castello di Fénis
Il cortile interno del Castello di Fénis

E’ arrivato così a malincuore il momento di tornare a casa, ma tante altre sarebbero le mete visitabili in questa splendida regione alpina; in particolare avrei voluto dirigermi verso la Valle di Gressoney, al cospetto dell’altro grande gigante di granito, il Monte Rosa, alla scoperta della cultura Walser, oppure sarei andato in Valgrisenche verso lo spettacolare ghiacciaio del Rutor o ancora a visitare comprensori quali Champoluc, La Thuille oppure la selvaggia Champorcher. Bhe in 6/7 giorni non si possono fare miracoli, io vi ho solo voluto dare qualche spunto nel caso voleste anche voi prima o poi farvi una vacanza da queste parti.

Simone, l'autore :)


Commenti

Post più popolari